Liguria

Il territorio

Il mare e le montagne hanno da sempre esercitato un’influenza molto importante sulla viticoltura e la produzione di vino in Liguria.  I suoi 1500 ettari di vigneti sono esposti alla brezza marina e vengono spesso coltivati in scoscesi dirupi che degradano verso il mare. I vini presentano spesso una “salinità” caratteristica, difficile da trovare altrove. I vigneti si trovano su terrazzamenti intervallati da ripidi pendii, come nella zona delle “Cinque Terre”, cosa che rende la viticoltura ligure “eroica“, come spesso è stata definita. Le vendemmie possono avvenire solo a mano e le uve sono spesso trasportate a spalla, a causa della conformazione del territorio. Se ne ricavano non più di 45.000 ettolitri di vini, caratterizzati da una precisa originalità che non ha uguali nel panorama vitivinicolo italiano.

I vitigni

Le varietà più diffuse nella regione sono quelle a bacca bianca. Solo nella riviera di Ponente si ha una presenza significativa di uve a bacca nera, soprattutto il Rossese, una varietà che ricorda il Nebbiolo per il suo basso contenuto di sostanze coloranti, l’Ormeasco (Dolcetto) e la Barbera. Il Ciliegiolo è invece diffuso nelle aree centrali e orientali della Liguria. Il vitigno a bacca bianca più importante è il Vermentino, assieme al Pigato, al Bosco e all’Albarola.

Vini e zone produttive

La Lunigiana

A est della Riviera di Levante, troviamo la DOC Colli di Luni, denominazione interregionale con la Toscana, con il Vermentino, utilizzato sia in purezza sia per la produzione del Colli di Luni Bianco, in uvaggio con il Trebbiano Toscano e altre uve a bacca bianca. Il Colli di Luni Rosso è invece basato sul Sangiovese, Canaiolo Nero, Ciliegiolo, Pollera Nera e Cabernet Sauvignon.

Le Cinque terre

Le Cinque Terre prendono il nome da cinque comuni prospicienti al mare, in provincia di La Spezia. Qui il paesaggio è fra i più suggestivi, con i vigneti su ripidi e scoscesi pendii e sui terrazzamenti che degradano verso il mare. I vini della zona sono per lo più bianchi e secchi, prodotti con i  vitigni Bosco, Albarola e Vermentino. Con le stesse uve, lasciate appassire in locali aerati, si produce anche il raro passito Sciacchetrà.

Il Genovesato e il Tigullio

A ovest delle Cinque Terre vi sono le zone DOC della Val Polcevera e del Tigullio con i loro vini bainchi prodotti con la Bianchetta Genovese, nome con il quale è localmente noto il vitigno Albarola.

Il Ponente

La Riviera di Ponente è più focalizzata sui vini rossi, con le uve dei vitigni Rossese, Ormeasco (Dolcetto) e Ciliegiolo. Il Rossese, protagonista assoluto dei vini della DOC Dolceacqua, dà vini rossi fruttati, dai tannini poco aggressivi e dal colore tenue, simile a quello del Nebbiolo. L’Ormeasco definisce invece la DOC Pornassio, con la tipologia vinificata in rosso e lo Sciac-trà, un vino rosato da non confondere con lo Sciacchetrà delle Cinque Terre. Il Pigato è un vitigno affine al Vermentino, che caratterizza i vini bianchi della DOC Riviera di Ponente, tra le città di Savona e Imperia.

Piemonte

Il territorio

Gli oltre 48.000 ettari di vigneti in Piemonte sono collocati in parti quasi uguali in zone montuose (al di sopra dei 500 m.s.l.m.), collinari e pianeggianti. La produzione vinicola del Piemonte è di tutto rispetto, quasi 3 milioni di ettolitri, tutti vini a denominazione controllata (non ci sono IGT in regione). Il Piemonte è una regione famosa per i suoi grandi vini rossi, ma vi si producono anche ottimi vini bianchi e spumanti di qualità. Il ruolo del Piemonte è stato fondamentale per lo sviluppo della moderna enologia italiana, che ci ha riportato ai vertici nelle classifiche dei vini di alta qualità. I vini Piemontesi sono quasi tutti monovarietali, cioè prodotti a partire da un singolo vitigno vinificato in purezza. Sempre in Piemonte sono partiti i primi esempi di zonazione delle aree vitivinicole in Italia, introducendo i concetti del terroir e del cru, ossia vini prodotto esclusivamente con uve provenienti da un unico vigneto o parcella il cui nome compare in etichetta. Attualmente le denominazioni in cui queste “menzioni vigna” sono presenti sono Barolo DOCG, Barbaresco DOCG e Dogliani DOCG.

I vitigni

I vitigni coltivati in Piemonte sono per lo più a bacca nera. Tra di essi il Nebbiolo, la Barbera, il Dolcetto, la Croatina, la Freisa, la Bonarda, il Grignolino, il Brachetto, le Malvasie a bacca nera di Casorzo e di Schierano. Tra i vitigni a bacca bianca gli autoctoni Cortese ed Erbaluce ed il Moscato bianco, che trova nella regione  e soprattutto nell’Astigiano alcune delle sue massime espressioni.

I vini e le zone produttive

Barolo

L’area di produzione del Barolo è rappresentata dai cinque celebri comuni che costituiscono anche altrettante zone in cui si suddivide la denominazione: Barolo, Castiglione Falletto, La Morra, Serralunga d’Alba e Monforte d’Alba. I vini che vi vengono prodotti hanno caratteristiche diverse, ad esempio i vini del comune di Barolo e La Morra hanno carattere più morbido e aromatico, mentre quelli di Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba e Monforte d’Alba sono più robusti e intensi e maturano più lentamente. La tannicità di questi vini richiede alcuni anni, in genere almeno cinque, prima di divenire più rotonda e meno aggressiva. Il modo di condurre l’affinamento divide i produttori tra quelli più tradizionali, che fanno affinare il vino in botti grandi e quelli che invece interpretano il Barolo come un vino più morbido e moderno, che spesso ricorrono all’uso della barrique. Spesso questa scelta produttiva è motivo di discussione sia fra i produttori sia fra gli stessi appassionati.

Barbaresco

Il Barbaresco non è il “fratello minore” del Barolo, ma uno straordinario vino che deve il suo nome all’omonima città in cui si produce, non lontano da Barolo. La fama del Barbaresco è certamente più recente di quella del Barolo.  Negli anni ’60 furono soprattutto e Giovanni Gaja e Bruno Giacosa ad investire nel Barbaresco, che è ormai diventato uno dei vini più ricercati al mondo. Il Barbaresco è in genere più immediato e gentile rispetto al Barolo e si produce nelle località di Barbaresco, Treiso e Neive, ognuna delle quali, grazie alle tipicità della zona, conferisce specifiche caratteristiche al vino.

Le Langhe e il Roero

Le Langhe sono le colline attorno ad di Alba, poste alla destra del fiume Tanaro. Questa zona include anche quelle del Barolo e Barbaresco. Oltre al Nebbiolo vi si coltivano il Dolcetto e la Barbera. Dogliani e Diano d’Alba sono famose per il loro Dolcetto, quest’ultima con ben 77 cru diversi nel suo territorio. Si tratta di un vino dalle spiccate note fruttate, con una buona tannicità ma bassa acidità, cosa che non consente lunghi periodi di maturazione in botte. La Barbera fino a qualche decina di anni fa era considerata adatta a produrre vini meno pregiati, ma grazie a vinificazione attente e di qualità ha recentemente sfatato questo mito. Il Pelaverga è un vitigno spesso dimenticato, ma capace di produrre vini di notevole interesse. Con la Favorita e l’Arneis, si producono la maggior parte dei vini bianchi delle Langhe e del Roero. Il Roero si trova sulla riva sinistra del fiume Tanaro ed anche qui l’uva a bacca nera più diffusa è il Nebbiolo.

Il Monferrato e L’Astigiano

Situate nella parte sud-orientale della regione, il vitigno a bacca nera più importante che vi si coltiva è senz’altro la Barbera. La Barbera del Monferrato viene vinificata anche mossa o leggermente frizzante, mentre ad Asti è un vino fermo e più corposo. I vini del Grignolino sono generalmente chiari, molto piacevoli e gradevoli. La Freisa è un altro vitigno autoctono della zona e dà vini rossi fruttati. Il Ruchè, patrimonio pressoché esclusivo di Castagnole Monferrato, dà vini eccellenti, anche se in generale non molto strutturati. Il famoso Brachetto d’Acqui DOCG è un vino rosso dolce, frizzante o spumante, che affascina per la sua spiccata aromaticità e per la sua piacevolezza. Il Gavi DOCG, prodotto con uve Cortese, è un bianco che si caratterizza per la sua intensità ed armonia. A Ovada troviamo nuovamente il Dolcetto, mentre Asti è famosa per il Moscato Bianco e per lo spumante dolce che porta il nome della città. Nell’Astigiano il vino rosso più importante è la Barbera, che grazie all’opera di Giacomo Bologna, che per primo ne introdusse la maturazione in barrique, ha preso un posto di rilievo tra i più importanti vini piemontesi.

Il nord del Piemonte

L’area settentrionale della regione produce soprattutto vini rossi da Nebbiolo, meno famosi del Barolo e del Barbaresco, ma comunque interessanti. Le DOCG di Ghemme e Gattinara, e la DOC Carema, nella parte occidentale e in prossimità della Valle d’Aosta, sono le zone vinicole più importanti. I loro vini DOC, prodotti con il Nebbiolo, da solo o insieme ad altre varietà, hanno nomi come Lessona, Bramaterra, Boca, Sizzano e Fara. L’Erbaluce è invece un’uva bianca con la quale si producono vini secchi ma anche gli straordinari passiti della denominazione Erbaluce di Caluso DOCG.

Veneto

Il territorio

Il Veneto la regione con la più vasta produzione di vino in Italia, con superficie vitata di oltre 75.000 ettari, di cui il 60% in pianura e il 40% in collina e una limitata percentuale di viticoltura montana. La sua produzione di vino è superiore ai 9 milioni di ettolitri, con una netta prevalenza di vini bianchi ed un 30% tra rossi e rosati. Più della metà della produzione è rappresentata da vini a denominazione di origine controllata, con ben 14 DOCG e 28 DOC presenti in regione.

I vitigni

In provincia di Verona, nelle colline che circondano il Lago di Garda e la Valpolicella, si coltivano i vitigni autoctoni a bacca nera Corvina, Rondinella e Molinara, con i quali si producono il Bardolino e ai vini della Valpolicella. Il Trebbiano di Soave, utilizzato per la produzione del Lugana, viene coltivato a sud del Garda fino ai confini con la provincia di Mantova. Tra i Monti Lessini e i Colli Berici, il comprensorio di Soave e di Gambellara è famoso per i vini bianchi a base di uve Garganega. Sui Colli Berici si producono vini rossi, con il Cabernet Sauvignon, il Merlot e l’autoctono Tocai Rosso, affine al Cannonau o al Grenache. Nella zona pedemontana del Vicentino è famoso il vitigno autoctono Vespaiola con cui si produce il vino passito Torcolato di Breganze. Sui Colli Euganei, in provincia di Padova, si coltivano soprattutto vitigni internazionali a bacca nera ed il Moscato giallo, da cui origina il Moscato Fiori d’Arancio DOCG. Nella zona pianeggiante a sud del capoluogo si coltiva il Friularo, nome locale attribuito al Raboso Piave, caratteristico invece del Trevigiano. Sempre nel Trevigiano è situata la zona vinicola di origine del Prosecco (oggi chiamato Glera) il più importante distretto spumantistico Italiano, che oggi arriva ad abbracciare quasi tutto il Triveneto.

Vini e zone produttive

La Valpolicella

Qui si producono alcuni tra i vini più famosi del Veneto, primo fra tutti l’Amarone. Sia l’Amarono che il Recioto della Valpolicella si producono con uve appassite di Corvina, Rondinella e Molinara. A differenza del Recioto però l’Amarone è un vino secco, dove la fermentazione è stata totale, lasciando solamente un leggero residuo zuccherino. La tecnica del “ripasso” viene invece utilizzata per dare più corpo e morbidezza ai Valpolicella rossi. Essa consiste nel “ripassare” il vino Valpolicella nelle vinacce ricche di zuccheri del Recioto o dell’Amarone, facendo ripartire la fermentazione e conferendo al vino maggiore struttura e profumi.

Conegliano-Valdobbiadene e Montello-Colli Asolani

Queste due zone sono famose per la produzione del Prosecco, lo spumante più venduto al mondo. Il suo nome un tempo si riferiva al vitigno, mentre oggi è un vino tutelato da denominazione di origine. Il vitigno di partenza è stato ribattezzato Glera (il suo antico sinonimo di origine slovena) a partire dal 2009. Questo spumante viene prodotto in autoclave con un metodo chiamato Charmat o Martinotti, che è il più adatto a preservare la profumazione aromatica del vino. Il Prosecco Superiore di Cartizze è la versione più esclusiva del Prosecco e viene prodotto nell’omonima località del comune di Valdobbiadene. Si tratta di una fascia collinare di circa cento ettari,  interamente coltivata a vigneto. La zona del Montello e dei Colli Asolani è anche famosa per i suoi vini rossi a base soprattutto di Cabernet, Merlot e Carmenère.

Il Soave e il Recioto di Soave

A Soave, situato ad est della Valpolicella, vengono prodotti i vini bianchi più famosi del Veneto, con i vitigni autoctoni Garganega e Trebbiano di Soave. La zona classica comprende due soli comuni, Soave e Monteforte d’Alpone, dai quali provengono i migliori vini bianchi di questa DOC. Il Soave superiore ha ottenuto la DOCG, così come il Recioto di Soave, prodotto con uve Garganega lasciate appassite per circa sei mesi prima della vinificazione. Se ne ottiene un vino dolce, ampio all’olfatto, con note di albicocca secca, agrumi e miele, perfetto con la pasticceria secca ma notevole anche come vino da meditazione.

I Colli Euganei, i Colli Berici e Breganze

Sui Colli Euganei, in provincia di Padova, si producono vini sia bianchi che rossi, soprattutto da vitigni internazionali. Da qui proviene lo spumante dolce Fior d’Arancio, prodotto con uve Moscato giallo, dal quale si ottiene anche una ricercata versione passita. Sui Colli Euganei si coltiva anche il Serprino, clone locale della Glera, utilizzato soprattutto per produrre vini frizzanti. I Colli Berici sono noti per il vitigno autoctono Tocai Rosso, clone locale della Grenache fancese, che ha la sua massima espressione nella tipologia Rosso di Barbarano. A Breganze, sempre in provincia di Vicenza, si producono vini bianchi e rossi da uve internazionali e il e celebre Torcolato, passito prodotto con le uve del vitigno autoctono Vespaiola.

Altre Zone di Produzione

Da ovest ad est, le atre zone produttive del Veneto includono Bardolino, i cui vini, prodotti con le stesse uve della Valpolicella, sono però più immediati e meno corposi. Famoso è il Bardolino rosé, mentre al Bardolino Superiore è stata riconosciuta la DOCG. Nelle immediate vicinanze vi è la DOC Custoza, il cui vino bianco viene prodotto con un uvaggio di diversi vitigni di cui i più importanti sono il Trebbiano Toscano, la Garganega e la Bianca Fernanda, clone locale del Cortese. Più ad est a Gambellara, in provincia di Vicenza, si produce il Recioto di Gambellara DOCG, vino passito di uve Garganega, oltre al più raro Vin Santo di Gambellara. Tre aree vinicole del Veneto ed altrettante DOC sono condivise con la Lombardia: Lugana, San Martino della Battaglia e Garda. Il Raboso è invece protagonista indiscusso dell’area vinicola all’estremo est della regione, lungo il fiume Piave, che dà vita all’omonima DOC. Dal Raboso,uva ricca di tannini e di notevole acidità fissa, si producono interessanti e robusti vini rossi.

Friuli-Venezia Giulia

Il territorio

Il Friuli-Venezia Giulia è una regione di antica tradizione vinicola, che recentemente ha acquisito notorietà e fama per la produzione di vini bianchi di altissima qualità. La sua superficie vitata è di 23.000 ettari, suddivisa equamente tra viticoltura montana, collinare e di pianura. La produzione di vino annuale della regione ammonta a più di un milione di ettolitri, di cui ben il 40% sono vini a denominazione di origine protetta (DOP). Il Friuli-Venezia Giulia annovera 4 denominazioni DOCG, 10 DOC e 3 IGT.

I vitigni

Oltre al ricco patrimonio di varietà di vite autoctone, nel Friuli-Venezia Giulia si si coltivano anche molte varietà internazionali, quali Chardonnay, Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc,  Sauvignon, e Pinot nero, introdotte nel XIX secolo durante il dominio degli Asburgo. Varietà autoctone sono il Tocai Friulano, il Verduzzo Friulano, il Picolit, il Refosco dal Peduncolo Rosso, lo Schioppettino, il Pignolo e il Tazzelenghe. La Ribolla Gialla e la Malvasia Istriana, sono state probabilmente introdotte durante il XIII secolo, mentre sempre al periodo della dominazione Asburgica si fa risalire l’origine del Gewürztraminer, del Müller-Thurgau, del Riesling Renano e Italico e del Franconia.

Vini e zone produttive

Collio o Collio Friulano

Il Collio, nella parte orientale della regione, in provincia di Gorizia, è particolarmente famoso per la produzione di vini bianchi, da vitigni come il Tocai Friulano e la Ribolla, affiancati dai vitigni internazionali come Chardonnay e Sauvignon Blanc. Con queste uve si producono sia vini monovarietali che interessanti assemblaggi che permettono di fondere armoniosamente le caratteristiche delle diverse varietà di uva. Nel Collio si producono anche vini rossi, in particolare con uve Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon.

Colli Orientali del Friuli

I Colli Orientali del Friuli, la seconda zona per fama ed importanza del Friuli-Venezia Giulia, si trova più a nord-ovest, in provincia di Udine. Anche in questa zona si producono prevalentemente vini bianchi, in modo particolare da uve Tocai Friulano, Sauvignon Blanc e Chardonnay. Molti vini rossi dei Colli Orientali del Friuli provengono da vitigni internazionali, come Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Pinot Nero, affiancate da uve autoctone a bacca nera come lo Schioppettino, il Refosco dal Peduncolo Rosso, il Tazzelenghe e il Pignolo. Il Picolit è uno dei vini passiti più ricercati e celebri d’Italia, mentre dalle uve del Verduzzo Friulano si producono altri vini dolci, sia passiti che da vendemmia tardiva.

Friuli Grave

Il nome della zona delle Grave  (Friuli Grave DOC) , la denominazione più vasta della regione che si estende dalla provincia di Udine verso ovest fino a quella di Pordenone, deriva dal terreno, ricco di sassi e ghiaia, adatto a produrre ottimi vini. Qui si producono oltre due terzi del vino della regione. Qui i vini hanno in generale minore complessità rispetto a quelli delle zone più famose, ma il loro livello qualitativo rimane tra i più alti in Italia. Nelle Grave si producono vini bianchi da uve Chardonnay, Sauvignon Blanc e Tocai Friulano, mentre la produzione di vini rossi si basa prevalentemente sulle uve internazionali Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc e con l’uva autoctona Refosco dal Peduncolo Rosso.

Il Ramandolo

La zona del Ramandolo prima del 2001 era una sottozona della DOC Colli Orientali del Friuli ed è la prima DOCG della regione, che oggi ne conta ben quattro. Vi si produce l’omonimo vino dolce da uve Verduzzo Friulano, a partire sia da uve stramature che passite.

Le altre zone produttive

Nella DOC Friuli Isonzo si producono vini che ricordano quelli del Collio e che si trova a sud di questa zona. I vini sono prevalentemente bianchi, da uve Tocai Friulano, Chardonnay e Sauvignon, mentre i rossi sono prodotti con uve Merlot e Cabernet Sauvignon. Nella parte meridionale della regione, pianeggiante, si trovano le DOC Annia e Latisana, nelle quali si producono vini prevalentemente bianchi che risentono direttamente dell’influsso del clima marittimo. Il Carso è oggetto di una propria denominazione (Carso DOC) caratterizzata da vini da uve autoctone come i bianchi Malvasia Istriana e Vitovska e il rosso Terrano.

Lombardia

Il territorio

La Lombardia è una regione molto estesa (circa 24.000 kmq) che presenta zone molto diverse dal punto di vista climatico e orografico. Si passa da zone vitivinicole montane, come la Valtellina, a altre pianeggianti o solo parzialmente collinari come l’Oltrepò Pavese. In altri casi sono presenti zone con un microclima assolutamente particolare, come quelle attorno al lago di Garda. La superficie della regione è pianeggiante per circa la metà, montuosa per un ulteriore 40% e collinare per solo poco più del 10%, la situazione migliore per la viticoltura di qualità. Pertanto, coltivazioni e produzioni sono diverse a seconda della zona in esame.

I vitigni

I vitigni autoctoni presenti in Lombardia caratterizzano la viticoltura delle sue singole zone. In Valtellina troviamo il Nebbiolo, qui chiamato Chiavennasca. Altri autoctoni sono la Pignola, la Rossola, la Brugnola (conosciuta in Emilia come Fortana o Uva d’Oro). Tutti questi vitigni sono a bacca nera,e raramente vengono vinificati in purezza ma rientrano nell’uvaggio dei vini classici di Valtellina. Nell’Oltrepò Pavese, il vitigno più diffuso è la Barbera, seguito dalla Croatina, Bonarda e dall’Uva Rara. Il Pinot Nero ha trovato qui uno dei suoi terroir d’elezione, mentre i vini bianchi vengono prodotti da Riesling Italico, Moscati e Malvasie. La Franciacorta, attorno al Lago di Iseo, è nota per la coltivazione di vitigni Pinot Nero, Pinot Bianco e Chardonnay. Sulla costa occidentale del Lago di Garda e sui Colli Mantovani si coltivano Groppello, Barbera, Marzemino e Sangiovese.

Vini e zone produttive

In Valtellina con il Nebbiolo si produce il Valtellina Superiore DOCG e il famoso Sforzato di Valtellina o Sfursat di Valtellina DOCG, un vino ottenuto mediante parziale appassimento delle uve.  L’Oltrepò Pavese e la Franciacorta si sono ormai affermate come zone di eccellenza per la produzione spumantistica, la prima con un focus particolare sul Pinot nero, la seconda sullo Chardonnay ed il Pinot bianco, con il Pinot nero a dare struttura e carattere alle cuvée. Sempre nella zona del Franciacorta, con gli stessi vitigni, oltre a Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot vengono prodotti i vini della DOC Curtefranca. Ad ovest del Lago di Garda e sui Colli Mantovani troviamo le omonime denominazioni, con i vini a base di Groppello, Barbera, Marzemino e Sangiovese. Lungo la sponda sud del Garda la DOC Lugana con i suoi vini bianchi prodotti con il vitigno Trebbiano di Lugana e in provincia di Mantova la DOC Lambrusco Mantovano. La DOC San Colombano al Lambro si trova tra Pavia e Milano e vis is coltivano gli stessi vitigni dell’Oltrepò Pavese. Tra la Bergamasca ed il Lago d’Iseo, la DOC Valcalepio DOC, caratterizzata dal vitigno autoctono rosso Moscato di Scanzo e l’omonimo vino dolce a denominazione DOCG.

Toscana

Il territorio

La Toscana è nota soprattutto per i suoi celebri vini rossi. Vini quali il Chianti, il Brunello di Montalcino e il Vino Nobile di Montepulciano, tutti a base di Sangiovese, hanno reso questa regione un simbolo dell’enologia italiana. In Toscana si producono però anche vini rossi da uve “internazionali”, come Cabernet Sauvignon, Merlot e Pinot Nero. La zona di Bolgheri e i suoi Supertuscans sono un esempio di prodotti studiati a tavolino contando su un patrimonio ambientale e professionale di prim’ordine. Anche alcuni vini bianchi Toscani come la Vernaccia di San Gimignano, sono da annoverarsi tra le eccellenze della regione. Il Vin Santo è poi uno dei prodotti più interessanti in Italia sia dal punto di vista organolettico che da quello della tecnica di vinificazione e maturazione.

I vitigni

In Toscana si coltivano prevalentemente vitigni a bacca nera (oltre il 70%), tra i quali spicca il Sangiovese (e le sue varianti), il Canaiolo nero, il Ciliegiolo. L’uva bianca più diffusa in Toscana è il Trebbiano Toscano, seguito dalla Malvasia Bianca Lunga, la Vernaccia di San Gimignano, l’Ansonica. Anche lo Chardonnay, con il quale si producono vini bianchi spesso maturati in Barrique, ha una buona diffusione. La notorietà dei Supertuscans ha introdotto in Toscana altre uve a bacca nera internazionali tra cui il Cabernet Sauvignon, il Merlot, il Pinot Nero e lo Syrah. Anche per lo stesso Chianti si usano sempre più spesso, oltre al Sangiovese, anche il Cabernet Sauvignon e il Merlot, per sottolineare nei vini struttura e tannicità, piuttosto che morbidezza e sentori fruttati, a seconda degli stili.

Vini e zone produttive

Brunello di Montalcino

Il Brunello di Montalcino è forse il vino Toscano più famoso, prodotto a partire da uve del clone Sangiovese grosso, chiamato Brunello nella zona di Montalcino. Il Brunello di Montalcino, oggi DOCG, viene prodotto con Sangiovese grosso in purezza e può essere immesso al consumo solo dopo 5 anni dalla vendemmia (6 per la riserva), con un periodo minimo di maturazione in botte di due anni.

Chianti Classico e Chianti

I vini Chianti più celebri provengono dalla DOCG del Chianti Classico, la zona più antica e tradizionale. La più vasta Chianti DOCG è a sua volta suddivisa in sette sottozone, che sono Colli Aretini, Colli Senesi, Colli Fiorentini, Colline Pisane, Rufina, Montalbano e Montespertoli. I vini Chianti sono prodotti prevalentemente con Sangiovese e Canaiolo Nero, una piccola parte di Malvasia Bianca e Trebbiano Toscano, oltre ad altre uve ammesse dal disciplinare, in genere Cabernet Sauvignon e Merlot. Nonostante la presenza di uve “internazionali” nel Chianti si sempre più comune sono ancora molti i produttori che preferiscono utilizzare nell’uvaggio esclusivamente i vitigni tradizionali del luogo.

Vino Nobile di Montepulciano

Il Vino Nobile di Montepulciano è un’altra delle sei DOCG della Toscana. Viene prodotto con l’uva Prugnolo Gentile, nome con il quale a Montepulciano viene chiamato il Sangiovese Grosso, con aggiunta di Canaiolo Nero, e facoltativamente ed in minor misura anche Mammolo e Colorino, oltre ad altre uve permesse dal disciplinare. Il Nobile di Montepulciano era noto già nel 1500 per la sua qualità, ma fu riscoperto negli anni ‘60 dello scorso secolo, fino a che nel 1980 il Vino Nobile di Montepulciano fu riconosciuto come DOCG.

Altre zone vinicole della Toscana

Il Morellino di Scansano viene prodotto nell’omonimo comune in provincia di Grosseto, sempre con uve Sangiovese, che localmente viene chiamato Morellino. La Carmignano DOCG, in provincia di Prato, è un’altra zona vinicola di lunga tradizione, che produce esclusivamente vini rossi da uve Sangiovese, Canaiolo Nero, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. La Vernaccia di San Gimignano DOCG è il più famoso vino bianco prodotto in Toscana, con uve dell’omonimo vitigno. Il Vin Santo è un altro dei simboli dell’enologia toscana ed è riconosciuto come DOC nelle denominazioni del Vin Santo del Chianti, Vin Santo del Chianti Classico e Vin Santo di Montepulciano. Il Vin Santo Toscano viene prodotto con uve Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca, ma esiste anche una versione rossa da uve Sangiovese, che prende il nome di “Occhio di Pernice”. La zona di Bolgheri, in provincia di Livorno,  è famosa per i Supertuscans, vini robusti e complessi prodotti in prevalenza con uve “internazionali” quali Cabernet Sauvignon, Merlot e Pinot Nero, alle quali in alcuni si unisce il Sangiovese.