La Franciacorta DOCG è stata una delle prime denominazioni di origine in Italia ad essere esclusivamente dedicate alla spumantistica Metodo Classico e dal 1995, anno della sua conversione da DOC a DOCG, rappresenta una pietra miliare per il territorio facendo del termine Franciacorta la designazione del vino e del suo metodo di elaborazione. La sua area di riferimento è la zona collinare situata tra Brescia e l’estremità meridionale del Lago d’Iseo, in Lombardia. La denominazione di origine Franciacorta DOCG comprende le seguenti tipologie di vino spumante rifermentato in bottiglia con il metodo classico:
- Franciacorta DOCG
- Franciacorta DOCG Satèn
- Franciacorta DOCG rosè
- Franciacorta DOCG millesimato
- Franciacorta DOCG riserva
I vitigni ammessi per la produzione delle tipologie indicate sono lo Chardonnay, il Pinot nero ed il Pinot bianco. Nel rosè deve essere presente almeno il 25% di Pinot nero, mentre il Satèn deve essere vinificato esclusivamente da uve a bacca bianca. Per l’elaborazione del millesimato si devono utilizzare uve provenienti per almeno l’85% dalla vendemmia dell’annata indicata in etichetta. Il periodo minimo di affinamento sui lieviti è di 18 mesi per la versione base, 24 mesi per il Rosè ed il Satèn, 30 mesi per i millesimati e 60 mesi per le riserve. I formati ammessi per le bottiglie vanno da un minimo di 0,185 ad un massimo di 15 litri (vedi sotto “formati bottiglie“). Dal punto di vista del contenuto zuccherino sono ammesse le seguenti tipologie: dosaggio zero, extra brut, brut, extra dry, sec e demi-sec (vedi sotto “lo zucchero nel vino“). Per la tipologia “Satèn” è prevista solo la versione brut. Il Satèn è caratterizzato da una sovrapressione di CO2 inferiore alle 5 atmosfere, per sottolineare la cremosità del prodotto.